Chi produce il bourbon whiskey?
Nel 2014 Chuck Cowdery scriveva che “l'industria è molto concentrata, con solo otto compagnie che distillano tutto il whisky americano in tredici distillerie.” Che nel 2016 diventarono 10 compagnie e 15 distillerie.
Nel 2014 Chuck Cowdery scriveva che “l'industria è molto concentrata, con solo otto compagnie che distillano tutto il whisky americano in tredici distillerie.” Che nel 2016 diventarono 10 compagnie e 15 distillerie.
Il Bourbon, come il Rye, il Wheat ed il Tennessee whiskey, devono essere invecchiati in botti di rovere nuove e carbonizzate. All'interno di tale requisito tuttavia ci sono una miriade di variazioni che possono influenzare l'aroma, il sapore e la sensazione finale del whiskey. Operare all'interno di queste specifiche di botte consente ai distillatori di creare un prodotto distintivo con decisioni in merito al livello di carbonizzazione e tostatura che andranno ad influire in mille modi diversi.
I distillatori artigianali di bourbon sono cresciuti negli ultimi anni grazie alla riscoperta e ai nuovi stili delle bevande scure. Qualcuno lo definisce un boom. Molti di questi distillatori sono passati dalle stalle alle stelle nel ciclo che hanno vissuto questi distillati nella loro popolarità e ora stanno cercando nuove vie per evitare di finire nuovamente nella polvere.
E' un po' che non aggiorno il blog, scusate, ma è stato un periodo molto intenso.
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Il Kentucky è il luogo di nascita di Bourbon e dove ne viene prodotto il 95 percento della fornitura mondiale. Solo lo Stato Bluegrass ha il perfetto mix naturale di clima, condizioni e pura acqua calcarea necessaria per produrre il più grande Bourbon del mondo.
Bourbon è l'unico native spirit degli Stati Uniti d'America, come dichiarato dal Congresso nel 1964. Deve essere prodotto con un minimo del 51% di mais, affinato in botti nuove di rovere carbonizzato, messo in botte a non più di 125 proff e imbottigliato non meno di 80 proff.
Il Distilled Spirits Council ha pubblicato oggi il suo rapporto economico annuale e una cosa appare chiara: il Bourbon sta ancora colpendo duro.
Il rapporto evidenzia come il volume dell'American whiskey sia salito del 6,4% a 23,2 milioni di casse (+1,4m) e i profitti sia saliti dell'8,1% a $3,4miliardi (+$252milioni). Valore delle solo esportazioni $1,6 miliardi, un record.
Si è tenuto venerdì 10 l'incontro (da cui prende il titolo il mio post) organizzato da Claudio Riva relativo alla sua esperienza di viaggio negli Stati Uniti. Questo viaggio, come lui stesso ci ha raccontato, l'ha arricchito molto e gli ha permesso di conoscere meglio la realtà delle Craft distillery (distillerie artigianali). Una realtà in espansione, di cui non vi ho ancora parlato nel mio blog.
I consumatori di bourbon possono facilmente trovare la gradazione del loro whisky preferito sull'etichetta, ma molto più elusiva è l'informazione relativa alla gradazione con cui viene messo nelle botti. Come sapete, prima di essere messo in botte, i distillatori sono legalmente tenuti a ridurre la gradazione dei loro bourbon o rye aggiungendovi dell'acqua. Ridurre la gradazione alcolica a sua volta aumenta il volume totale del liquido.
Il Kentucky è immerso nel bourbon. Al giorno d'oggi il numero di barili posti ad invecchiare supera il numero di residenti nello Stato. E considerando la nuova generazione di distillerie il numero non può che aumentare.