Qualche domanda a Giuliano Tornusciolo di Bourbon Barons

Pubblicato il 17 maggio 2021
Giuliano Tornusciolo di Bourbon Barons

Nel 2019 Giuliano Tornusciolo fonda Bourbon Barons associazione NO PROFIT che mira a unire la community del bourbon con le società di beneficenza. Dato il suo amore per il bourbon decide di partecipare all’asta di una botte invecchiata 10 anni della Michter’s. Si trattava della prima volta che questa distilleria permetteva di mettere le mani su di una loro botte e questo ha fatto schizzare in alto il valore della stessa. Giuliano si è aggiudicato la botte con l’offerta vincente del valore di 209.462 dollari, insieme a un gruppo di amanti del whiskey. Noi lo abbiamo ragginto per fargli qualche domanda.

-Già da giovanissimo hai sviluppato la voglia di aiutare le persone, come ci sei arrivato e quale arricchimento ti dà la beneficenza?

Provenendo da una realtà molto umile e ascoltando le storie dei miei genitori di quando i contadini si aiutavano a vicenda hanno strutturato in me un forte senso civico e morale nell’aiutare e supportare gli altri. Ho sempre creduto che per avere successo in qualunque cosa l’essere umano ha bisogno di supporto, sia questo proveniente dalla famiglia, dagli amici, dagli insegnati o dalle comunità che fanno beneficenza.

-La botte da te acquistata vale davvero 200 mila euro o è un prezzo simbolico che hai speso volentieri per sostenere la collettività?

Alla beneficenza non si può dar prezzo altrimenti non è più beneficenza. Le persone donano quello che possono e quello che si sentono di donare ed è bello vedere che tutti gli appassionati di whiskey hanno la responsabilità morale di aiutare gli altri. Sul valore della botte di per sé ci sono molte analisi da fare. Questa è la prima volta che la Michter’s dà l’opportunità ad appassionati di whiskey di selezionare una delle loro prestigiosissime botti e di per sé questo fatto aggiunge un valore notevolissimo alla botte. Se poi si tiene in considerazione l’andamento del mercato del whiskey e la costante ricerca da parte di collezionisti di bottiglie uniche penso che il valore di questa botte sia adeguato.

-Quali studi hai fatto per imparare a conoscere il bourbon?

Più che studi ho fatto esperienza sul campo. Ho letto tanto e mi sono documentato parecchio, ma in questo settore non si finisce mai di imparare. Mi affascina parecchio la differenza tra il vecchio bourbon e il nuovo. Ci sono delle caratteristiche profondamente diverse che rendono questi distillati unici. Poi i migliori studi sono stati la pratica. Ho avuto la fortuna di riuscire a degustare tantissimi whiskey e riuscire a distinguerne le differenze.

-Come opera Bourbon Barons, come è organizzata, quale attività svolge nello specifico?

Il Bourbon Barons è strutturata come una organizzazione No Profit. A ogni evento, attività, botte selezionata per i nostri membri aggiungiamo una fee (supplemento NdR) da devolvere in beneficenza. Il mio motto è sempre stato: “se ci possiamo permettere di acquistare una bottiglia a 50 dollari, possiamo tranquillamente permetterci di pagarla 55 e donare i 5 dollari in beneficenza”.

-Non hai mai pensato di diventare produttore?

Più di una volta, ma non ho ne le capacità tecniche, ne l’esperienza e in più ci vuole tanta pazienza. Per produrre whiskey ci vogliono anni e anni. Sono tradizioni che si passano da generazione in generazione e il whiskey di per se deve dormire tanti anni nella botte per raggiungere l’invecchiamento dovuto.

-A che punto è il progetto per la creazione di un tuo locale?

I lavori di costruzione edile sono già partiti e mentre loro vanno avanti noi cerchiamo di strutturare rapporti con distillerie e venditori per poter dare ai nostri membri un’esperienza eccezionale.

-Consiglieresti a un giovane italiano di emigrare negli Stati Uniti al giorno d'oggi, è ancora la terra delle opportunità?

Nonostante tutte le difficoltà dettate dal Covid e la divisione politica, l’America è un grande Paese che offre meritocrazia e spazi per crescere. Ai ragazzi Italiani consiglio di non abbandonare i propri sogni siano questi di emigrare negli Stati Uniti, in un altro Paese, oppure rimanere in Italia. Anche se in Italia lo Stato ha ridotto le opportunità di emergere, le nuove generazioni devono avere il coraggio di riappropriarsi dei propri sogni e delle proprie ambizione nella loro terra.

-Come vedi l'Italia dei nostri giorni?

L’Italia è un colabrodo, fa acqua da tutte le parti è un Paese nel caos più totale e con zero risorse economiche. L’unica fortuna è che il Paese ancora offre delle risorse naturali immense. L’Italia è bellissima, ma dovrebbe essere molto più apprezzata dagli italiani e sopratutto dai politici italiani.

-Come hai affrontato questo periodo segnato dalla pandemia?

Fortunatamente per me e la mia famiglia non ci sono state conseguenze di salute. All’inizio del 2020 leggendo le notizie che arrivano dall’Italia l’apprensione e la paura per i miei famigliari in Italia è stata tanta. Il dispiacere di non riuscire a essere presente per il matrimonio di mia nipote è stato tanto. Per fortuna anche loro non hanno avuto conseguenze fisiche per il virus, ma la precarietà del Paese mi preoccupa.

-La tua attività lavorativa ne ha risentito?

Io sono riuscito a diversificare i miei investimenti e non risentirne, poi il mercato immobiliare grazie ai tassi d’interesse bassissimi ha creato una domanda incredibile.

Dopo tanti anni dall'altra parte dell'oceano, ti senti un vero americano o un immigrato italiano che ha fatto fortuna?

Mi sento un vero americano di orgogliose origini italiane. L’America mi ha dato tanto, tantissimo, molto di più di quello che io potessi mai immaginare quando decisi di trasferirmi. Un Paese estremamente diverso dall’Italia in tutto. L’Italia rimane un sogno romantico e la delusione di quello che poteva essere e invece è.

-Come bevi il tuo whiskey?

Sempre neat, molto molto raramente aggiungo del ghiaccio.