William Larue Weller

Pubblicato il 30 ottobre 2014
William Larue Weller

Per questa nostra seconda recensione abbiamo deciso di degustare una delle mie bottiglie preferite della Buffalo Trace Antique Collection ovvero William Larue Weller. Questa bottiglia di bourbon contiene al suo interno una buona percentuale di frumento (non ci sono dati ufficiali) in sostituzione alla segale e appartiene alla BTAC messa in commercio 2014. Distillata dalla Buffalo Trace Distillery viene messa in botte a 57% abv/vol ed essendo imbottigliata a 70,1% direi che l'interazione con il rovere è stata notevole! Come tutte le bottiglie non filtrate a freddo consiglio di rigirarla almeno due o tre volte prima di versarvi la vostra porzione (solo una?!) di modo che si possano mettere in sospensione tutte le componenti più pesanti che sicuramente si saranno depositate sul fondo. Spero con questa immagine di riuscire a mostrarvi cosa intendo. Il nero che vedete sul fondo si dissolve dopo averla "agitata".

William Larue Weller

Ma leggiamo la recensione di Simone:
"Un naso completo oltre che complesso dove la prugna californiana non cede mai completamente il passo al caramello sostenuta com'è da una vaniglia pulita e da un legno appena abbrustolito con quelle piccole effusioni di carbone e di incenso scuro. L'attesa premia le prime spezie che fanno capolino dolce. Una buccia di banana dove non scivolare, ma perdersi. In ultima olfazione ecco la liquirizia e tutta la sua scorza a condire una complessità davvero sfaccettata. 

Sono convinto che il naso possa offrire davvero tanto ancora molto, ma la curiosità del gusto mi impone l'assaggio. Chiedo venia, ma prima di degustatore sono semplice amante e appassionato bevitore. Il legno che scaldava l'olfatto ora accompagna il gusto con una discesa amaricante e lunga. Il frumento fa capolino e correda il ritorno fruttato dove ancora la prugna californiana la fa da padrona. La piacevolezza dura a lungo, anche e soprattutto con l’aggiunta di acqua necessaria a queste gradazioni per scoprire tutte le profondità.
Non rimane che l’attesa a bicchiere coperto, e la scoperta di altri legni, appena dolci, una piccola scorza di liquirizia a graffiare un calore netto ed ancora vivo."

A questa preziosa recensione voglio solo aggiungere di non perdervi  l'"estratto secco". Una cosa che faccio con tutte le bottiglie è quella di annusare il bicchiere da vuoto, magari anche dopo 12 ore o più, tenendolo ovviamente coperto in questa fase. Infatti l'estratto secco è quella parte grassa del bourbon, (oltre a proteine ed esteri) che non essendo stato filtrato a freddo rimane e che più aderisce al bicchiere restituendovi il patrimonio varietale del vostro whiskey definitivamente liberato dall'alcol. In questa bottiglia nello specifico vi sono inoltre molti residui del legno carbonizzato della botte che lo rendono ancor più ricco se possibile!

Lo so che questo William Larue Weller non è facilmente reperibile e che eventualmente lo fosse il costo non è certo contenuto, ma è assolutamente da provare. E come dice Lance:”Quando te lo spari sai esattamente dove sono andati a finire i tuoi soldi!”